Non si Vive di Solo Sport

“Lo sport è educativo suo malgrado”. La frase provocatoria è di Marcello Lippi. Nel suo libro Il gioco delle idee afferma che “lo sport è capace di far interagire le persone al fine di perseguire quell’interesse comune che esalta – anziché annichilire – il bene dei singoli. Lo sport, ancor più quando è praticato a livello agonistico, è educativo suo malgrado. Nel senso – spiega – che non è l’educazione il suo fine ultimo, ma il lavoro necessario alla preparazione di una vittoria costituisce inevitabilmente un serio percorso formativo.”

Partendo da questa premessa, ci rendiamo conto di come lo sport accompagni molte fasi della nostra vita: a livello amatoriale dall’infanzia alla età matura, a livello agonistico il ciclo di vita è più breve.

In questo arco temporale l’atleta viene accompagnato da varie figure professionali che interagiscono con lui a livello tecnico, psicologico, fisico, attraverso l’allenamento, la preparazione atletica, il mental coaching, ad esempio.

Ciò che manca in questo percorso di accompagnamento dell’atleta è una preparazione al dopo, a quando finisce la “carriera”.